I filtri fumo secondo il Codice di Prevenzione Incendi

Quando si parla di incendio fa parte dell’immaginario comune pensare immediatamente al fuoco e alle fiamme che il processo di combustione sprigiona.

In realtà, la componente più pericolosa nonché principale causa di morte durante un incendio, è il fumo.

All’interno del D.M. 03/08/2015 conosciuto come “Codice di Prevenzione Incendi”, c’è una sezione dentro il capitolo della compartimentazione (S.3)
che tratta in maniera chiara e definitiva l’utilizzo del filtro a prova di fumo come soluzione al fine di evitare il passaggio di fumo tra compartimenti adiacenti.

 

Ma facciamo un passo indietro: cosa si intende per filtro?

 

Secondo il Codice un filtro è un compartimento antincendio avente:

  • classe di resistenza al fuoco non inferiore a 30 minuti;
  • due o più porte tagliafuoco almeno E 30-Sa munite di congegni di auto chiusura;
  • carico di incendio specifico (qf) non superiore a 50 MJ/m2.

Arriviamo così ai filtri a prova di fumo, o filtri fumo, che sempre secondo il Codice sono filtri che presentano tre caratteristiche aggiuntive:

  • camino di ventilazione;
  • apertura laterale;
  • sovrappressione per mezzo di un sistema di pressurizzazione.

 

CAMINO DI VENTILAZIONE

Un camino di ventilazione è un filtro fumo che ha come fine lo smaltimento dei fumi d’incendio, deve essere adeguatamente progettato
e avere una dimensione interna non inferiore a 0,10 m2 sfociante al di sopra della copertura dell’opera da costruzione.

 

APERTURA LATERALE

Un’apertura laterale è una superficie utile complessiva non inferiore a 1 m2 che permette uno scambio d’aria direttamente con l’esterno.
Tali aperture dovranno essere sempre aperte oppure munite di chiusura apribile; essere sempre funzionanti escludendo l’impiego di condotti.

 

SISTEMA DI PRESSURIZZAZIONE

I pressurizzatori sono dispositivi progettati, realizzati e gestiti secondo la regola dell’arte (la somma delle tecniche ritenute corrette
per l’esecuzione di determinate lavorazioni) e che permettono di mantenere, in condizioni di emergenza, una sovrappressione di almeno 30 Pa.
Tale sistema deve necessariamente garantire la facile apertura delle porte per la finalità di esodo oltre alla completa auto chiusura
delle stesse in fase di attivazione dell’impianto.

 

 

CONSIDERAZIONI GENERALI

Camini di ventilazione, aperture laterali e sistemi di pressurizzazione sono i tre filtri a prova di fumo tenuti in considerazione dal Codice.
Esso ne fornisce le definizioni, come abbiamo visto, ma non esiste al momento una norma che ne regoli la progettazione.

È bene tenere a mente che il decreto che per primo ha definito in Italia il concetto di filtro a prova di fumo sia datato addirittura 1983.
Grazie al Codice si è avuto un notevole aggiornamento ma i principali limiti dei filtri, eccezion fatta in parte per i pressurizzatori,
sono una conseguenza dell’arretratezza della prima norma di riferimento.

 

Di seguito, alcune delle principali problematiche che possono sorgere in fase di progettazione:

  • può bastare una semplice apertura come sfiato dell’aria?
    • Si, a patto che venga tenuto in considerazione il fatto che il vento esterno possa interferire negativamente;
  • può essere sufficiente un semplice camino?
    • Si, ma dovrà essere di volta in volta progettato adeguatamente ricordando che, in caso d’incendio,
      il filtro sarà in depressione e richiamerà fumo dalla stanza limitrofa;
  • si può progettare un sistema efficace di sovrappressione del filtro?
    • Si, tenendo però conto di dimensioni e perdite di carico del filtro stesso.

Foto 4 | Locale protetto da un sistema di pressurizzazione [®AF Systems]

Altri problemi riscontrabili potrebbero essere dovuti alle sezioni nettamente ridotte
dei camini di ventilazione
, con la conseguenza della mancata garanzia di effettivo tiraggio dei canali nonostante la sezione minima pari a 0,1 mq.

Per rafforzare quanto appena detto sottolineiamo che, in ambito europeo,
l’utilizzo di filtri a prova di fumo non è previsto e che essi sono una prerogativa
della normativa italiana che fa riferimento al Codice di Prevenzione Incendi.

Il DM. 30/11/1983, come abbiamo visto, suggerisce dimensioni minime
per la realizzazione dei filtri a prova di fumo, senza stabilire quale dei tre sistemi
sia più appropriato a seconda del tipo di attività da mettere in sicurezza.
Altri dubbi sono spesso dati dal fatto che non vengono fornite indicazioni
relative ad una superficie minima di applicazione
.

Limitatamente al filtro a prova di fumo in sovrappressione sarà invece necessario verificare la grandezza del vano, che dovrà essere abbastanza grande da favorire l’apertura delle due porte tagliafuoco
Oltre a questo, il sistema dovrà garantire che la portata di aria pulita convogliata nel vano riesca a creare
la pressione minima richiesta dall’ambiente (mantenendo il minimo di 0,3 mbar).

Il compito del professionista antincendio è quindi quello di valutare quale sistema sia più efficace per dare la garanzia di effettiva funzionalità del filtro fumo,
considerando che generalmente la preferenza tenda a ricadere sui sistemi di pressurizzazione,
in quanto le dimensioni minime potrebbero non essere sufficienti.

 

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Fonti:

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