Grazie all’entrata in vigore del D.M. 03/08/2015, meglio conosciuto come Codice di Prevenzione Incendi, il panorama italiano della protezione antincendio ha subito un notevole cambiamento che ha permesso di unificare in un unico testo norme tecniche e soluzioni per la valutazione dei rischi di incendio e il susseguente raggiungimento di un’adeguata strategia antincendio.
Tra le misure più importanti, all’interno dell’ambito di protezione passiva al fuoco troviamo la compartimentazione, misura necessaria per far sì che l’incendio non si propaghi e rimanga confinato nel suo ambiente di origine per un periodo di tempo necessario alla messa in sicurezza degli occupanti.
Per questo è di fondamentale importanza che ogni compartimento antincendio abbia la propria classe di resistenza al fuoco, ovvero un intervallo di tempo, in minuti, nel quale dovranno essere garantite la stabilità strutturale (R), la tenuta ai fumi e ai gas caldi (E) e l’isolamento termico (I) dell’edificio.
Come determinare la classe di resistenza di un compartimento?
Per determinare la classe di resistenza al fuoco di un compartimento antincendio occorre seguire le prescrizioni indicate dal capitolo S.2 “Resistenza al fuoco” del Codice di Prevenzione Incendi. Tali prescrizioni forniscono una valutazione tabellare composta da una una serie di prestazioni che le strutture dovranno soddisfare.
Simbolo |
Prestazione |
Criterio di impiego |
R | Capacità portante | Per prodotti ed elementi costruttivi portanti |
E | Tenuta | Contenimento di fumi caldi, gas caldi e fiamme |
I | Isolamento | Limitare la possibilità di propagazione dell’incendio per contatto tra materiale combustibile e faccia dell’elemento di compartimentazione non esposta all’incendio |
W | Irraggiamento | Limitare la possibilità di propagazione dell’incendio per irraggiamento dalla faccia, dell’elemento di compartimentazione, non esposta all’incendio verso materiale combustibile. |
M | Azione meccanica | Limitare la possibilità di perdita di compartimentazione per effetto di azioni meccaniche accidentali |
S | Tenuta di fumo | Contenimento di fumi e gas freddi |
La tabella mostra le principali performance della resistenza al fuoco, contraddistinte da una lettera dell’alfabeto e corredata dall’analogo criterio d’impiego.
Ad una o più lettere verrà successivamente associato un numero (10, 15, 20, 30, 45, 60, 90, 120, 180, 240, 360) che serve a indicare la quantità di minuti durante i quali dovrà essere garantita la prestazione di riferimento.
All’elemento strutturale o al compartimento vengono associati cinque distinti livelli di prestazione direttamente collegati alla resistenza al fuoco:
Livello di prestazione |
Descrizione |
I | Assenza di conseguenze esterne per collasso strutturale. |
II | Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo sufficiente all’evacuazione degli occupanti in luogo sicuro all’esterno della costruzione. |
III | Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo congruo con la durata dell’incendio. |
IV | Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell’incendio, un limitato danneggiamento della costruzione. |
V | Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell’incendio, il mantenimento della totale funzionalità della costruzione stessa. |
Si tratta di livelli espressi in numeri romani: da I in cui viene richiesto solo di evitare conseguenze esterne per il collasso strutturale sino a V
in cui deve essere garantita la funzionalità della costruzione anche dopo la fine dell’incendio.
L’attribuzione dei livelli di prestazione è collegata agli indici di rischio Rvita, Rbeni e, in rari casi, a Rambiente, individuati tramite un metodo tabellare.
Determinazione Rvita
Caratteristiche prevalenti degli occupanti (δocc) | Velocità di crescita dell’incendio (δα) | ||||
1 Lenta |
2 Media |
3 Rapida |
4 Ultra-rapida |
||
A | Gli occupanti sono in stato di veglia e hanno familiarità con l’edificio |
A1 | A2 | A3 | A4 |
B | Gli occupanti sono in stato di veglia e non hanno familiarità con l’edificio |
B1 | B2 | B3 | Non ammesso [1] |
C
Ci
Cii
Ciii |
Gli occupanti possono essere addormentati:
|
C1 | C2 | C3 | Non ammesso [1] |
Ci1 | Ci2 | Ci3 | Non ammesso [1] | ||
Cii1 | Cii2 | Cii3 | Non ammesso [1] | ||
Ciii1 | Ciii2 | Ciii3 | Non ammesso [1] | ||
D | Gli occupanti ricevono cure mediche | D1 | D2 | Non ammesso [1] | Non ammesso [1] |
E | Occupanti in transito | E1 | E2 | E3 | Non ammesso [1] |
[1] Per raggiungere un valore ammesso δα può essere ridotto di un livello (vedi capitolo S.6 del Codice di Prevenzione Incendi).
Determinazione Rbeni
Opera da costruzione vincolata | |||
No | Si | ||
Opera da costruzione strategica | No | Rbeni = 1 | Rbeni = 2 |
Si | Rbeni = 3 | Rbeni = 4 |
In base al livello di prestazione attribuito agli elementi costruttivi, il Codice definisce cinque criteri di attribuzione che dovranno essere utilizzati dai progettisti:
Livello di prestazione |
Criteri di attribuzione |
I | Opere da costruzione, comprensive di eventuali manufatti di servizio adiacenti nonché dei relativi impianti tecnologici di servizio, dove sono verificate tutte le seguenti condizioni:
|
II | Opere da costruzione o porzioni di opere da costruzione, comprensive di eventuali manufatti di servizio adiacenti nonché di relativi impianti tecnologici di servizio, dove sono verificate tutte le seguenti condizioni:
|
III | Opere da costruzione non ricomprese negli altri criteri di attribuzione. |
IV, V | Su specifica richiesta del committente, previsti da capitolati tecnici di progetto, richiesti dalla autorità competente per costruzioni destinate ad attività di particolare importanza. |
Classe minima di resistenza al fuoco: dai livelli di prestazione alle soluzioni progettuali
Attribuita la classe minima di resistenza, mediante i profili di rischio e il livello di prestazione alla resistenza al fuoco, si può passare all’attuazione di specifiche soluzioni progettuali, una per ogni livello. In particolare, a partire dal livello III il Codice introduce la verifica delle prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni in base agli incendi convenzionali di progetto (vedere paragrafo S.2-5).
Tale verifica introduce l’utilizzo del carico d’incendio al fine di ricavare la classe minima di resistenza al fuoco:
Carico d’incendio specifico di progetto | Classe minima di resistenza al fuoco |
Qf,d ≤ 200 MJ/m2 | Nessun requisito |
Qf,d ≤ 300 MJ/m2 | 15 |
Qf,d ≤ 450 MJ/m2 | 30 |
Qf,d ≤ 600 MJ/m2 | 45 |
Qf,d ≤ 900 MJ/m2 | 60 |
Qf,d ≤ 1200 MJ/m2 | 90 |
Qf,d ≤ 1800 MJ/m2 | 120 |
Qf,d ≤ 2400 MJ/m2 | 180 |
Qf,d > 2400 MJ/m2 | 240 |
Il carico d’incendio (Q) è la somma del potenziale termico di ogni materiale presente in un determinato spazio, corretto a seconda della diretta partecipazione dei suddetti materiali al processo di combustione.
Esistono due sotto-definizioni di carico d’incendio:
- carico d’incendio specifico: riferito ad ogni singola unità di superficie lorda del compartimento;
- carico d’incendio specifico di progetto: messo a punto a seconda del rischio d’incendio di un ambiente e al grado di protezione presente in esso.
Il carico d’incendio, per definizione, dipende sia dalla qualità che dalla quantità dei materiali combustibili. La quantità di calore prevista, teoricamente raggiungibile, è però un riferimento che nella pratica non si verifica a causa di molti fattori (es. stato di suddivisione, distribuzione, forma e modalità di deposito); ma soprattutto perché la combustione completa di tutti i materiali presenti nella compartimentazione non si verifica mai.
Come però abbiamo visto, l’indicatore della combustione deve essere corretto in base alla partecipazione dei singoli materiali. Ma non solo, infatti è possibile correggere l’indicatore anche in base alle caratteristiche di ogni locale anche per mezzo delle curve d’incendio, funzioni che mostrano, in termini di tempo e temperatura media, il comportamento dei gas di combustione che si formano all’interno dell’elemento strutturale.
La resistenza al fuoco, per quanto concerne la valutazione del rischio specificatamente
alla protezione antincendio passiva, è senza dubbio una delle misure più importanti e decisive per far sì che una strategia antifuoco pienamente performante garantisca il totale raggiungimento
degli obiettivi di sicurezza prefissati.
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Fonti:
- Corpo Nazionale Vigili del Fuoco: testi, D.M. 03/08/2015.
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