Il compartimento antincendio

Protezione strutturale e compartimentazione antincendio sono le misure fondamentali su cui poggia la Protezione Passiva al Fuoco, che insieme a quella attiva, sono a loro volta le basi della Protezione Incendi.

Nel seguito andremo a focalizzarci su tutto ciò che riguarda la compartimentazione antincendio.

Cosa si intende per compartimento antifuoco?

Per compartimento antifuoco si intende una zona della costruzione nella quale le fiamme e i fumi devono rimanere circoscritte evitando così la propagazione delle fiamme all’interno dell’intero edificio o ad altri compartimenti adiacenti all’interno della struttura stessa.

Foto 1 | Esempio di compartimentazione antincendio [®AF Systems]

Foto 1 | Esempio di compartimentazione antincendio [®AF Systems]

 

La progettazione antincendio si è sempre avvalsa di norme tecniche prescrittive, semplici e standardizzate, grazie alle quali il progettista poteva creare la propria soluzione applicando puntualmente tutte le indicazioni della norma.
Il professionista era quindi tenuto solo a verificare il rispetto di tutte le prescrizioni indicate, evitandosi così l’impegnativo iter richiesto
dalla valutazione del rischio d’incendio.

In ambito italiano, le suddette norme tecniche sono sempre state contenute negli appositi decreti di prevenzione incendi relativi a ogni tipologia di attività.
Un sostanziale cambiamento è stato però la pubblicazione del D.M. 03/08/2015, meglio conosciuto come Codice di Prevenzione Incendi,
che ha uniformato in un unico testo tutte le norme tecniche citate poc’anzi.

Il primo passo diventa dunque definire il profilo di rischio di incendio dell’attività che si sta prendendo in considerazione.
Per definirlo, il “Codice” individua tre distinte tipologie:

  • Rvita: profilo di rischio relativo alla salvaguardia della vita umana;
  • Rbeni: profilo di rischio relativo alla salvaguardia dei beni economici;
  • Rambiente: profilo di rischio relativo alla salvaguardia dell’ambiente.

Importante tenere presente che: Rvita è attribuito per ciascun compartimento dell’attività (capitolo G.3.2 del Codice), Rbeni e Rambiente invece sono attribuiti per l’intera attività (capitolo G.3.3 e G.3.4 del Codice)

Il secondo passo prevede l’attribuzione ad ogni compartimento il proprio livello di prestazione per la resistenza al fuoco, come riportato nella seguente tabella:

Livello di prestazione Descrizione
I Assenza di conseguenze esterne per collasso strutturale.
II Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo sufficiente all’evacuazione degli occupanti in luogo sicuro all’esterno della costruzione.
III Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo congruo con la durata dell’incendio.
IV Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell’incendio, un limitato danneggiamento della costruzione.
V Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell’incendio, il mantenimento della totale funzionalità della costruzione stessa.

 

In materia di compartimentazione antincendio il Codice prevede un’apposita sezione, la S.3, che si apre specificando come “la finalità della compartimentazione è quella di limitare la propagazione dell’incendio e dei suoi effetti verso altre attività o all’interno della stessa attività”.

La terza fase riguarda l’attribuzione dei livelli di prestazione per la compartimentazione, riuniti sotto forma di tabella ed indicati come segue:

Livelli di Prestazione
del compartimento
Descrizione
I Nessun requisito
II È contrastata per un periodo congruo con la durata dell’incendio:

·         la propagazione dell’incendio verso altre attività;

·         la propagazione dell’incendio all’interno della stessa attività.

III È contrastata per un periodo congruo con la durata dell’incendio:

·         la propagazione dell’incendio verso altre attività;

·         la propagazione dell’incendio e dei fumi freddi all’interno della stessa attività.

 

La quarta e ultima fase attribuisce i criteri generalmente accettati per l’attribuzione all’attività dei livelli di prestazione. Si tratta di un punto estremamente importante perché da qui si definirà l’entità delle misure antincendio.
Di seguito la tabella di riferimento:

Livelli di Prestazione delle attività Criteri di attribuzione
I Non ammesso nelle attività soggette
II Attività non ricomprese negli altri criteri di attribuzione
III In relazione alle risultanze della valutazione del rischio nell’ambito e in ambiti limitrofi della stessa attività
(es. attività con elevato affollamento, attività con geometria complessa o piani interrati, elevato carico di incendio specifico, presenza di sostanze o miscele pericolose in quantità significative, presenza di lavorazioni pericolose ai fini dell’incendio o dell’esplosione…)

Note:
– il livello I non è ammesso perché occorre verificare la compartimentazione verso altre opere da costruzione,
anche in assenza di compartimentazioni esterne;

– il livello II è solitamente accettato;
– il livello III viene accettato solo previo una specifica valutazione del rischio.

 

La progettazione della compartimentazione

Ogni compartimento antincendio, in base alle caratteristiche strutturali dell’area d’interesse, richiede una sua specifica progettazione.
Che sia un edificio o un luogo di lavoro, esso sarà in possesso di una struttura personalizzata e tale da ritardare la propagazione dell’incendio e delle fiamme, creando così una protezione per le principali vie di fuga.

Il Profilo di rischio Rvita

Prima di analizzare la modalità di calcolo della superficie di un compartimento trattiamo brevemente il concetto di Rvita.

Rvita è l’indice che caratterizza il profilo di rischio relativo alla salvaguardia della vita umana, introdotto dal Codice, e che insieme a Rbeni e Rambiente, costituisce le modalità di valutazione del rischio di incendio.

Il fattore Rvita viene attribuito ad ogni singolo compartimento relativamente a diversi fattori, i quali possono variare a seconda dei locali che costituiscono il compartimento stesso (es. in un albergo gli occupanti possono essere addormentati nelle camere ma non nella hall) per cui si tiene sempre in considerazione la situazione più sfavorevole delle tipologie di occupanti che possono trovarsi dentro al compartimento antifuoco.

I fattori che influenzano Rvita sono rappresentati dalle caratteristiche prevalenti degli occupanti (δocc) e dalla velocità di crescita dell’incendio (δα), incrociate tramite una rappresentazione tabellare:

Caratteristiche prevalenti

degli occupanti (δocc)

Velocità di crescita dell’incendio (δα)
1
Lenta
2
Media
3
Rapida
4
Ultra-rapida
A Gli occupanti sono in stato di veglia
e hanno familiarità con l’edificio
A1 A2 A3 A4
B Gli occupanti sono in stato di veglia
e non hanno familiarità con l’edificio
B1 B2 B3 Non ammesso
[1]

    C

    Ci

   Cii

  Ciii

    Gli occupanti possono essere addormentati

    – in attività individuale di lunga durata

    – in attività gestita di lunga durata

    – in attività gestita di breve durata

C1 C2 C3 Non ammesso
[1]
Ci1 Ci2 Ci3 Non ammesso
[1]
Cii1 Cii2 Cii3 Non ammesso
[1]
Ciii1 Ciii2 Ciii3 Non ammesso
[1]
D Gli occupanti ricevono cure mediche D1 D2 Non ammesso
[1]
Non ammesso
[1]
E Occupanti in transito E1 E2 E3 Non ammesso
[1]

[1] Per raggiungere un valore ammesso δα può essere ridotto di un livello (vedi capitolo S.6 del Codice di Prevenzione Incendi).

Una volta individuato profilo di rischio Rvita è possibile definire la massima superficie lorda di ciascun compartimento, incrociando il valore con il dato relativo all’altezza dell’incendio:

Rvita Quota del compartimento
< -15 m < -10 m < -5 m < -1 m 12 m 24 m 32 m 54 m > 54 m
A1 2000 4000 8000 16000 [1] 32000 16000 8000 4000
A2 1000 2000 4000 8000 [1] 16000 8000 4000 2000
A3 [na] 1000 2000 4000 32000 4000 2000 1000 [na]
A4 [na] [na] [na] [na] 16000 [na] [na] [na] [na]
B1 [na] 2000 8000 16000 [1] 16000 8000 4000 2000
B2 [na] 1000 4000 8000 32000 8000 4000 2000 1000
B3 [na] [na] 1000 2000 16000 4000 2000 1000 [na]
C1 [na] [na] [na] 2000 [1] 16000 8000 8000 4000
C2 [na] [na] [na] 1000 8000 4000 4000 2000 2000
C3 [na] [na] [na] [na] 4000 2000 2000 1000 1000
D1 [na] [na] [na] 2000 4000 2000 1000 1000 1000
D2 [na] [na] [na] 1000 2000 1000 1000 1000 [na]
E1 2000 4000 8000 16000 [1] 32000 16000 8000 4000
E2 1000 2000 4000 8000 [1] 16000 8000 4000 2000
E3 [na] [na] 2000 4000 16000 4000 2000 [na] [na]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[na] non ammesso | [1] nessun limite

 

Come si può notare diventa fondamentale, da parte di progettista, il rispetto dell’esatto dimensionamento dei compartimenti sulla base dei profili di rischio rilevati per far sì che le la circoscrizione delle fiamme in caso d’incendio non sia mai messa in discussione.

 

Hai bisogno di altre informazioni? Scrivici nei commenti oppure invia una e-mail a info@antifuoco.it

 

Fonti:

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