Nell’ambito della resistenza al fuoco, con particolare riferimento a un compartimento antincendio, è fondamentale considerare il potenziale termico
di tutti i materiali che potrebbero partecipare alla combustione.
Per calcolare tale potenziale, e proseguire così nell’iter per la corretta realizzazione di una strategia antifuoco, il progettista antincendio
ha a disposizione due modalità: il carico di incendio e la curva RHR.
In questo articolo affronteremo la definizione e la stima della curva RHR.
La RHR, Rate of Heat Released (o HRR – Heat Release Rate – in italiano curva di rilascio termico) è il mutamento della potenza di rilascio termico all’interno di un processo di combustione. Si esprime generalmente in Kilowatt (KW) ed è calcolata in relazione al combustibile,
ai requisiti di ventilazione e alle caratteristiche geometriche del materiale.
STIMA DELLA CURVA RHR
Il D.M. 03/08/2015, Codice di Prevenzione Incendi, per mezzo del capitolo M.2.6 fornisce un metodo per poter stimare la curva RHR.
Tale metodologia può essere utilizzata per:
- creare curve naturali grazie ad un modello di incendio numerico avanzato per poter valutare la capacità portante delle strutture
in condizioni d’incendio; - valutare l’emissione, durante un incendio, della portata di fumo per la progettazione dei sistemi SEFC (Sistemi di Evacuazione Fumo e Calore).
Come si nota nella Foto 1, troviamo tre fasi distinte che aiutano a schematizzare l’incendio naturale:
- propagazione: fase iniziale, in forma quadratica;
- incendio stazionario: fase intermedia, di tipo costante;
- decadimento: fase di estinzione, di tipo lineare.
1. Fase di propagazione dell’incendio
Durante la fase di propagazione, la potenza termica che l’incendio rilascia al variare del tempo RHR(t) si può rappresentare con:
RHR(t) = 1000 (t / tα)2 per t < tA
dove:
RHR(t) è la potenza termica rilasciata dall’incendio [kW];
t è il tempo [s];
tα è il tempo che serve alla potenza termica rilasciata per raggiungere i 1000 kW [s].
Per certe attività questo valore è possibile estrapolarlo dall’appendice E della UNI EN 1991-1-2 “Eurocodice 1 – Azioni sulle strutture – Parte 1-2:
Azioni in generale – Azioni sulle strutture esposte al fuoco”:
Velocità massima di rilascio di calore RHRf | |||
Destinazione d’uso | Velocità di crescita dell’incendio | tα [s] | RHRf [kW/m2] |
Alloggio | Media | 300 | 250 |
Ospedale (stanza) | Media | 300 | 250 |
Albergo (stanza) | Media | 300 | 250 |
Biblioteca | Veloce | 150 | 500 |
Ufficio | Media | 300 | 250 |
Classe di una scuola | Media | 300 | 252 |
Centro commerciale | Veloce | 150 | 250 |
Teatro (cinema) | Veloce | 150 | 500 |
Trasporti (spazio pubblico) | Lenta | 600 | 250 |
Tabella 1: velocità massima di rilascio di calore
Per tutte le restanti attività il valore di tα si può determinare grazie a considerazioni basate sul giudizio esperto per analogia.
Effetto dei sistemi automatici di controllo dell’incendio
- In presenza di sistemi di controllo dell’incendio di tipo automatico (es. impianto sprinkler), l’andamento della potenza termica rilasciata RHR(t)
non raggiunge il valore massimo RHRmax, ma può essere assunta costante e pari al valore di RHR(tx) raggiunto all’istante tx di entrata in funzione dell’impianto automatico. Tale valore è presente per un lasso di tempo uguale alla durata prevista di alimentazione dell’impianto, entro il quale si presume che l’incendio controllato venga estinto con l’aiuto di un intervento manuale; - il progettista, in qualsiasi caso, dovrà fare la valutazione di affidabilità di funzionamento dei sistemi automatici di controllo dell’incendio preventivati in fase di progetto con il compito di modificare l’andamento della curva RHR(t);
- se invece nell’attività sono presenti sistemi automatici di estinzione completa dell’incendio (ESFR, water mist, ecc..), il loro effetto sarà valutato singolarmente per mezzo dell’efficacia e dell’affidabilità di funzionamento;
- l’intervento manuale delle squadre antincendio, a differenza dell’attivazione dei sistemi automatici, non si può considerare in fase progettuale come modifica dell’andamento della curva RHR(t).
2. Fase dell’incendio stazionario
In quasi tutti i casi il tasso di energia termica totale contenuto potenzialmente in un compartimento antincendio è sufficiente a creare la condizione di flashover e si pensa che, anche dopo di esso, la curva aumenti ancora in modo proporzionale a t2 fino al tempo tA che corrisponde alla massima potenza RHRmax rilasciata dall’incendio nello specifico compartimento antifuoco.
Se nell’attività non sono previsti impianti di controllo o estinzione automatica del fuoco, si pensa che dal tempo tA fino a tB la potenza termica prodotta dall’ignizione si stabilizzi al valore massimo RHRmax:
RHR(t) = RHRmax per tA ≤t<tB
Se lo sviluppo dell’incendio reale risulta sotto il controllo del combustibile, come succede all’aperto o in strutture con elevata superficie di ventilazione, il valore RHRmax può essere ricavato dalla seguente espressione:
RHRmax = RHRfAf
dove:
RHRf valore della potenza termica massima rilasciata per unità di superficie lorda. Per alcune attività questo valore può essere estrapolato dai prospetti dell’appendice E.4 dell’Eurocodice 1, UNI EN 1991-1-2 [kW/m2];
Af superficie lorda del compartimento in caso di distribuzione uniforme del carico d’incendio, oppure superficie lorda effettivamente occupata dal combustibile oppure area operativa di sistemi automatici di controllo dell’incendio [m2].
Se lo sviluppo del fuoco risulta limitato dal valore della superficie di ventilazione, come generalmente si verifica in strutture con superficie di ventilazione ordinaria, allora il valore RHRmax deve essere ridotto conseguentemente alla quantità di comburente disponibile che può affluire dalle superfici di ventilazione presenti nella fase di post flash-over. In questo caso, se le pareti della compartimentazione hanno solo aperture verticali, si può determinare RHRmax ridotto tramite la seguente espressione semplificata:
RHRmax = 0,10 m Hu Av √heq
con:
m fattore di partecipazione alla combustione;
Hu potere calorifico inferiore del legno pari a 17500 kJ/kg;
AV area totale delle aperture verticali su tutte le pareti del compartimento [m2]
L’altezza equivalente delle aperture verticali heq si calcola con la seguente relazione:
con:
heq altezza equivalente delle aperture verticali [m];
Av,i area dell’apertura verticale i-esima [m2];
hi altezza dell’apertura verticale i-esima [m].
Se invece le pareti del compartimento presentano anche aperture orizzontali (es. SEFC), la riduzione eventuale del valore RHRmax deve essere analizzata con modelli più sofisticati, ad esempio quelli di campo di simulazione dell’incendio, tenendo conto di ogni superficie di ventilazione aperta sin dall’innesco dell’incendio.
Noto il valore di RHRmax, il tempo ta di inizio della fase d’ignizione stazionaria si calcola con la seguente espressione:
con:
tA tempo di inizio della fase di incendio stazionario [s].
La fase di incendio stazionario finisce al tempo tB, tempo di inizio della fase di decadimento, nella quale il 70% dell’energia termica inizialmente disponibile
qf . Af è stata rilasciata nella compartimentazione intermedia.
Se l’energia termica inizialmente disponibile è sufficiente affinché l’incendio superi la fase di propagazione e raggiunga la potenza massima RHRmax, cioè:
allora il tempo tB di fine della fase di incendio stazionario si calcola con la seguente espressione:
dove:
tB tempo di fine della fase di incendio stazionario [s];
qf carico di incendio specifico [kJ/m2].
Se l’energia termica inizialmente disponibile non è sufficiente affinché l’incendio superi la fase di propagazione, la curva RHR raggiunge il valore massimo per qualche secondo poi passa direttamente alla fase di decadimento.
3. Fase di decadimento
Il tempo tC, trascorso il quale la potenza termica rilasciata dall’incendio si annulla, è calcolato tenendo conto che nella fase di decadimento viene consumato
il 30% restante dell’energia termica inizialmente disponibile:
dove:
tC tempo con potenza termica rilasciata dall’incendio nulla [s].
Durante la fase di decadimento l’andamento della potenza prodotta dall’incendio è lineare e quindi:
Conclusioni
Come si può dedurre da quanto appena letto, la stima della curva RHR necessita di conoscenze e nozioni ingegneristiche di livello notevolmente elevato,
tanto per essere assimilate quanto per la messa in partica delle procedure di carico mostrate.
Una differenza però balza all’occhio, indipendentemente dal grado di conoscenza o professionalità che si ha a disposizione:
la curva RHR fornisce inequivocabilmente maggiori informazioni rispetto al carico d’incendio.
Il primo esamina il rilascio di una potenza termica, parametro strettamente legato allo sviluppo di un incendio reale
mentre il secondo si riferisce ad una quantità di energia rilasciata senza nessun tipo di indicazione relativa al tempo di combustione.
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Fonti:
- Corpo Nazionale Vigili del Fuoco: Foto 1; Tabella 1; D.M. 03/08/2015.
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